Lasciamo Pylos quasi a malincuore: belle spiagge, pochi turisti, paese vivo e piacevole, ottima sistemazione nei monolocali della signora Anezina. Con Anezina avevamo già parlato in questi giorni e ci era subito piaciuta. C’era feeling anche da parte sua e per testimoniarlo la mattina del secondo giorno era scesa a casa sua per tornare di lì a poco con il suo bergamotto candito: “lo faccio in autunno quando non c’è più nessuno e abbiamo tempo per noi”

E così parliamo ancora al momento di pagare. Ci racconta dei figli a studiare in paesi freddi (Svizzera e Germania). Dice “non capisco i tedeschi quando sono qui parlano e sorridono ma quando sono andata a trovare mio figlio nessuno mi guardava in faccia ed erano tutti scuri in viso“.
Ci racconta la sua vita di micro imprenditrice “sto qua dalle 8 alle 8” , della sua dipendente “è albanese, io le do 4 € all’ora ma c’è chi li fa lavorare 10 ore al giorno per 350 € al mese, che vergogna“, del sistema fiscale demenziale (uguale a quello italiano) “presto dovrò pagare le tasse in anticipo anche per l’anno prossimo“, degli infiniti balzelli (come da noi). Si rasserena quando paghiamo in contanti e non chiediamo la ricevuta, pensa al suo carico fiscale che si abbassa di una briciola di percentuale e le vengono (per davvero) gli occhi lucidi. Anche a noi dispiace partire e glielo dico “sai Anezina in Italia si dice che partire è un po’ morire“. Anezina si sente in colpa per questa micro evasione e ci dice “se venite a ottobre noi siamo chiusi ma tanto siamo qui a Pylos e potete stare senza pagare“. Ci fa venire in mente il nostro amico Giuseppe, albergatore a Valtournenche, anche lui non fa pagare tanti amici: grandi cuori là come qua. Mentre saliamo in macchina sta sulla sua bella scala di marmo a salutarci finché non scompariamo. Ah questi greci…

La strada Corinto attraversa colline verdi di ulivi fin verso Kalamata dove inizia la nuova autostrada. Bella! Per nulla noiosa e assai poco trafficata.
Una decina di kilometri dopo decidiamo di fare un de tour per Naufplio. Il posto lo merita davvero. Sì, ci sono turisti sbarcati da vari pullman, ma la cittá vecchia rimane lo stesso molto attraente. Bei negozi, molti caffè e ristoranti, stradine con case dell’800 e 900 avvolte da splendide buganvillee.
La cittá merita una seconda visita: ci torneremo con calma quando ripasseremo dal Peloponneso sulla via del ritorno verso Patrasso. Così avremo un’altra occasione per gustare l’eccellente club sandwich al salmone provato oggi.
Arriviamo al Pireo e al chiosco dell’Anek ci fanno in un colpo solo il check in per i prossimi tre traghetti: molto efficienti questi greci con buona pace di quello che di loro pensano i tedeschi.
Il ferry per Anafi è vecchiotto ma confortevole specie adesso che la gente è poca. E la cucina di bordo si rivela anche migliore che sulla nave da Ancona a Patrasso.
Al Pireo il ferry (Preveli) ha imbarcato una decina di Tir e forse una ventina di auto. Nella sosta notturna a Milos ne vedremo sbarcare una piccola parte, il grosso scenderà a Santorini alle 5.


Con un’oretta di ritardo arriviamo in vista di Anafi:

Alle 7 siamo al porto: sbarcano tre auto oltre alla nostra e un piccolo camion, tutto qui.
Anafi ci appare da subito come un posto di una bellezza struggente…