Cosa regalare a Natale

è un bel problema che puoi risolvere in tanti modi:

  1. eliminare i regali e sostituirli con una bella lettera (lettera non e-mail!) piena di belle parole e scritta con bella calligrafia (non stampata dal PC!)
  2. fare qualcosa con le tue mani: biscotti, marmellate, collane di pigne, raccolte di sassolini, ecc.
  3. comprare solo libri (al supermercato che preferisci in base al tuo orientamento ideologico) scegliendoli dalla lista dei bestseller e mettendoci sopra una bella dedichina manoscritta
  4. leggere le guide e guidine che trovi ovunque: quotidiani, settimanali, siti web ecc.

OK, se sei orientato ad aumentare il PIL e vuoi spendere i tuoi soldi nel rito dei regali la guida di Wall Street Journal ti può incuriosire. Se invece ti riconosci nelle modalità 1, 2 e 3 ma sei uno studente di Editoria multimediale la guida di WSJ ti deve comunque incuriosire visto che si tratta di un esempio diverso di sommario visuale:

WALL STREET JOURNAL > Gift Guide 2009

Come puoi notare i regali sono riordinabili in vari modi: in base al prezzo, secondo la categoria e in base al giornalista che li ha proposti. Alcune proposte sono bizzarre (eufemismo): vaccinazione antinfluenzale, bottiglia di Gin, assicurazione infortuni per il gatto, ecc.

Vediamo nei prossimi giorni se qualche testata italiana replica questo approccio: sarei curioso di sapere cosa consiglia Massimo Gramellini (La Stampa), meno di sapere la shopping list di Bruno Vespa.

A questo punto, perché non sfruttare il blog per raccattare idee e consigli? La butto lì: tu cosa consigli come regalo (costo max 20 €)?

2 commenti

  1. Le sezioni del PCI e i festival dell’Unità del tempo che fu erano non solo fucine di classi dirigenti ma anche straordinarie risorse per dare soluzione ai problemi della vita quotidiana. Non parlo del corteggiamento facilitato da una visitina allo stand dei compagni Cubani (il Mojto e il Cuba Libre li ho scoperti laggiù). Non parlo del riciclo: quante copie invendute di Rinascita ho portato alle mie zie per lavare i vetri di casa! Non parlo neppure della felice tranquillità che vedevo in tanti pensionati quando firmavano il contratto di una polizza vita con le assicurazioni del sindacato e del Partito! No. Intendo proprio i regali di natale: quante deliziose matrioske allo stand dei compagni dell’Unione Sovietica! Quanti piattini e scatolette di legno dai compagni Bulgari! E quanti giochi di Shangai allo stand della Cina Popolare! E adesso? Mi consolo andando al mercato e comprando un bel paccone di mutande cinesi (Rosse beninteso!). Adesso che rifletto, forse risparmio qualcosina ma so di contribuire nel mio piccolo al capitalismo e non più alla Rivoluzione e mi dolgo non poco di codesto mio comportamento.

  2. Regali, regali ancora regali. Basta! Quand’ero Balilla il regalo era vedere il federale che saltava nel cerchio di fuoco: il più bravo di noi poi poteva saltare anche lui dopo di esso! E via così con anche le maestre e le professoresse vestite con la Sahariana: noi ci si metteva sotto del cerchio per vedere se nel salto apparivano le gambe! Altro che petardi e mortaretti! Allora c’avevamo le bombe a mano! A mio fratellino minore il nonno aveva regalato un obice trovato in trincea nel 15-18. Peccato che poi lui (Addis Adeba: il fratellino si chiamavo così in onore dell’Impero) l’aveva messo nel camino: un botto che ci aveva sentito anche Lui a Palazzo Venezia! Ma eravamo un altra razza: contenti di avere poco, Mica come questi mamalucchi di adesso.

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