Tornano i nomi di fianco ai voti

a Unimore come altrove è prassi per “non violare la privacy” non pubblicare esiti degli esami con i nominativi. L’ho sempre trovata una cosa bizzarra come tante altre ma mi sono adeguato seguendo l’esempio di G. Garibaldi: obbedisco. E’ quindi con stupore e sollievo che un paio di giorni fa ho letto sul Corriere della Sera: “Alla maturità torna il tabellone con i voti“. La novità è stata introdotta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (ordinanza ministeriale n. 40, art. 21). Nello stesso articolo trovo un ulteriore elemento di conforto leggendo quanto dichiara in proposito il prof. Francesco Pizzetti, Garante della privacy ( sito web):

«Da diversi anni — precisa Francesco Pizzetti — insistia­mo sul fatto che nessuna nor­ma di protezione dei dati im­pedisce la pubblicazione dei voti». Anzi: «Personalmente — continua Pizzetti — ho sempre ritenuto opportuno rendere pubblico il punteggio finale. E questo ai fini della trasparenza dell’operato dei docenti, del controllo sull’esa­me da parte dell’opinione pubblica, di un incentivo per i ragazzi e di un riconoscimen­to degli sforzi da loro fatti. Sia­mo contenti che il ministero dell’Istruzione sia tornato ad adottare certe misure»

Fin qui tutto bene. Chissà che nel giro di qualche anno non si ritorni a pubblicare i voti anche all’università. Staremo a vedere.

NB: trovo bizzarra la prassi di non indicare il nome di fianco agli esiti degli esami scritti visto che l’esito di una prova di esame orale è sempre comunicato verbalmente allo studente esaminato davanti ai suoi compagni i quali sanno così chi è e che voto ha meritato il loro compagno.

4 commenti

  1. Non è chiaro che cosa s’intenda per [i]pubblico[/i]. E’ sinonimo di [i]pubblico dominio[/i]?
    Allora anche le lezioni universitarie sono pubbliche quindi devono essere di pubblico dominio. Perché allora si vieta agli studenti di filmare le lezioni universitarie? C’è addirittura qualche docente che ne vieta la registrazione audio.

    ————–

    [i]Ho visto esami ignobili premiati con valutazioni che sarebbero state da portare alla Corte d’Appello dell’Aia (per non parlare di certe proclamazioni di laurea con argomenti molto discutibili).[/i]
    Qui tu stesso stai dicendo che pubblicare i risultati non serve a nulla. Se pubblicassero i voti di quelli che manderesti alla Corte dell’Aia che otterresti? Se io leggessi che Tizio ha preso 30/30 che dovrei pensare? Io Tizio non lo conosco. Ma se leggo che ha preso 30/30 devo ritenere che Tizio è bravissimo in quella materia perché faccio atto di fede nell’istituzione che lo ha esaminato.
    Io non so come è stato esaminato. Magari a te hanno fatto domande più difficili (ad esempio su argomenti poco trattati a lezione) e ad un altro più semplici (perché magari quegli argomenti sono stati sviscerati a fondo durante il corso). Ma come lo faccio io a sapere se posso valutare una persona solo in base al voto che si sbatte in prima pagina?

    Tu stesso stai richiedendo che non si guardi all’etichetta ma al contenuto! E che il contenuto sia evidente dall’etichetta. Però richiedi a gran voce la pubblicazione dei voti in rete, ovvero dell’etichetta.
    Così ti stai dando la famosa zappata sul piede.

    —————–

    [i]NB: trovo bizzarra la prassi di non indicare il nome di fianco agli esiti degli esami scritti visto che l’esito di una prova di esame orale è sempre comunicato verbalmente allo studente esaminato davanti ai suoi compagni i quali sanno così chi è e che voto ha meritato il loro compagno.[/i]

    Gridare ai quattro venti che Caio è un “imbecille” non è come dirlo ad un gruppo più esiguo di persone.
    Caio può non essere portato per quella materia o per quello specifico corso di laurea, ma non avrà più la forza di correggere il tiro se è stato pubblicamente canzonato.

    Speaking of which il matrimonio è pubblico (c’è tanto di atto affisso nella bacheca del comune e/o della chiesa) e per essere valido deve essere consumato! Vogliamo verificare con le telecamere se viene effettivamente consumato? :) What a fun!
    I figli non sono una garanzia di consumazione avvenuta. In latino infatti si dice Mater [b]semper certa[/b]. Et pater? :)

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