mio padre era un ingegnere: da ragazzino, la domenica mattina mi portava con sé durante la sua visita ai cantieri. Eh sì perché negli anni del boom (1960-1963) si lavorava sempre. Era un piacere sentirlo parlare: era chiaro. Papà mi è sbucato dalla memoria guardando il video di presentazione del nuovo MacBook Pro 17″ (→ presentazione) in cui gli ingegneri della Apple spiegano le innovazioni introdotte nel modello e in particolare le nuove batterie a celle. Chiari!
Questa settimana ho fatto esami e ho letto testi vari scritti da studenti, docenti e staff. Perché in una facoltà di Comunicazione c’è così tanta gente poco chiara? Non ci rendiamo conto di quanto tempo perdiamo a causa della scarsa chiarezza?
Più si va avanti nello studio e più ci si rende conto di entrare in un circolo vizioso in cui tendiamo a perdere semplicità e chiarezza comunicativa: me ne sono accorta nel percorso di tesi, rileggendo le pagine della tesi triennale e quelle della specialistica mi rendo conto di come sia cambiato il mio modo di lavorare ed esprimermi. Se da un lato, la profondità dei contenuti e la precisione è maggiore, dall’altro lato mille giri di parole e digressioni mi impediscono di arrivare agevolmente al punto della questione. Credo sia un modus operandi che ci inculca nella testa la burocrazia che aleggia intorno a noi, ma anche molti dei corsi previsti in una facoltà di Comunicazione, dove la chiarezza è sempre un obiettivo volutamente non previsto.
Mi accorgo però felicemente che possiamo in un certo senso deviare la questione della chiarezza comunicativa su un altro stile di linguaggio, non più quello scritto, ma quello visuale: nei siti soprattutto, anche quelli di tradizionali giornali cartacei, emerge la componente video in tutta la sua importanza. Mi sembra un settore in cui tutti hanno qualcosa da imparare e che può aiutarci a superare i limiti di una rigida e poco chiara (spesso noiosa e ripetitiva) comunicazione scritta.