Me lo domando ogni giorno e come me milioni di persone. Eh sì perché l’andamento del dollaro non influenza solo il costo del gasolio con cui mi riscaldo e vado su e giù da Reggio Emilia a caccia di colesterolo ma anche un sacco di altre cose prodotte negli USA: software, hardware, attrezzatura da montagna, informazione (abbonamenti a riviste e quotidiani, libri). E poi ci sono i risparmi: un po’ li ho fatti quando il $ aveva toccato il record di 1.57 per 1 € ma altri (purtroppo) quando con 1 € mi davano solo 1.20 $. Quindi hai già capito che verso l’attuale risalita del dollaro ho mixed feelings anche se, tutto sommato, preferisco un suo netto rafforzamento. E questo mio sentire è anche patriottico perché se il $ si rafforza e € si indebolisce noi riusciremo a vendere più borsette, scarpette, abitini, saliere a forma di paperette, jeans con le toppe, occhiali da sole e altre carabattole costosissime.
Detto ciò, i grafici non servono certo a predire il futuro ma almeno ci danno un’idea immediata di come sono cambiate le cose in poco tempo. E poi, visto che mi pagano per fare il parroco/badante di un po’ di studenti capisci che devo anche usare un po’ del mio tempo per temperargli le matite ovvero cercare l’informazione che, spesso, non trovano abituati come sono a usare la prima schifezza che salta fuori da una ricerca con Google.
Sull’andamento del tasso di cambio euro-dollaro ho cercato con santa pazienza e ho trovato un ottimo grafico interattivo sul sito della Banca Centrale Europea:

La stessa fonte fornisce dati (aggiornati e storici) su molte altre valute → pagina web. Ah, dimenticavo, la Banca Centrale Europea è una (anzi LA) fonte attendibile di dati sull’argomento di cui stiamo parlando.
Eh si…
Anche io passo tutto il giorno a chiedermi dove sarà il dollaro fra sei mesi…….