“I luoghi comuni della sinistra «politicamente corretta» sono diffusi in modo leggero ma capillare. Per molti cittadini progressisti o illuminati se voti Forza Italia come minimo sei un affarista, un mafioso, o un abbindolato. Se voti Lega sei una persona rozza, egoista e intollerante. Se voti i post-fascisti non hai diritto di sedere al desco dei veri democratici. Se sei di sinistra e ti capita di comprare il Giornale ti guardano come se avessi acquistato un rotocalco pornografico (è successo a me).”
Così scrive Luca Ricolfi (→ Sondaggi e “partiti maledetti” La Stampa 17.04.2008 ) per spiegare l’errore di previsione dei risultati elettorali: gli intervistati si sarebbero vergognati di confessare che avrebbero votato per il PDL.
BTW: ammesso e non concesso che la cosa ti interessi io, qui in VdA, ho votato per “Il Galletto” (che cos’è? Cerca sul web).
La desiderabilità sociale può essere un motivo, ma in ambiente politico è anche diffusa la pratica di mentire ai sondaggisti, semplicemente per far risultare un dato che poi verrà (a sorpresa!) smentito.
Non credo che gli elettori di centrodestra si vergognino di ciò che votano, ma prima di tutto è probabile che molti di loro non sappiano nulla dei trascorsi giudiziari dei loro candidati preferiti, perchè non tutti gli elettori hanno la voglia o la capacità di informarsi da fonti non televisive. Infatti in alcuni corsi che abbiamo frequentato, ad esempio tecnica e intervista del questionario, ci è stato sottolineato come gli elettori di centrodestra abbiano statisticamente un livello di istruzione meno elevato di quelli di centrosinistra, e abbiamo visto con i nostri occhi persone che non sapevano che votando Forza Italia avevano votato l’onorevole Berlusconi.
C’è poi chi per votare non bada tanto ai candidati-persone, ma più al proprio interesse (“cosa ricevo se voto questo partito? meno tasse? bene!”), con una logica un po’ egoistica che può anche prevedere, perchè no, di tenere per sè il proprio voto senza rivelarlo ai sondaggisti.
P.S. Lara si dice exit poll!!! (pool=piscina)
Sono d’accordo con Ricolfi quando parla della “desiderabilità sociale” come fattore che spinge una percentuale dei votanti a mentire sul proprio voto. Ma perchè la maggioranza degli aventi diritto si lascia condizionare così tanto da una minoranza di intellettuali di sinistra che tra l’altro non siede nemmeno più in Parlamento?
Io sposterei leggermente la discussione verso l’incapacità di replicare alle accuse di quella minoranza. Come difendere la propria opinione davanti alla evidenza delle condanne passate in giudicato o prescritte del leader di Forza Italia? Come si può non sentire che il pluralismo è in pericolo se lo stesso uomo possiede TV e giornali e comanda in Parlamento? Il conflitto di interessi è sotto gli occhi anche dei forz’italioti, che sicuramente avranno letto, visto o sentito parlare di Grande Fratello e Quarto Potere. Lo stesso vale per le leggi ad personam come la depenalizzazione del falso in bilancio. Quale cittadino potrebbe difendere certi provvedimenti?
Eppure, nonostante le critiche di una sinistra troppo elitaria e la consapevolezza dell’inconsistenza di certi partiti, il popolo ha deciso per Berlusconi. Perchè? Perchè nonostante tutto, il vero potere di persuasione non ce l’ha la sinistra ma i mass media, che appiattiscono lo spirito critico e il senso di cittadinanza attiva e che, semplicemente, ti vendono un sogno, esattamente come le splendide pubblicità emozionali della Barilla, o dei profumi, che puntano a sollecitare la parte istintuale e irrazionale di noi per spingere all’acquisto.
E allora, se quella maggioranza di cittadini si vergogna ad ammetere che vota per Forza Italia, non è perchè si sente giudicata dalla sinistra ma perchè un barlume di coscienza ancora sopravvive nel mare di emozionalità e irragionevolezza che affoga le coscienze.
Non conoscevo il partito con il simbolo del gallo, curioso!
Ho letto l’articolo di Ricolfi, non nego che ci sia una parte di verità in quello che dice, anche se quest’anno, a differenza del 2006, si è notata meno la smania del sondaggio e dell’exit-pool, forse a causa dei risultati tragici di due anni fa, che hanno messo in bilico la credibilità della statistica in ambito politico, ma si sa (e ne parlavo giusto due giorni fa con la prof. di statistica) il metodo usato durante l’elezioni non è propriamente corretto, si fa confusione fra intenzione di voto e comportamento di voto. Se si volessero fare le cose bene, occorrerebbe fare “rivotare” gli elettori che escono dalle urne di nuovo in cabina come se stessero rifacendo ciò che hanno appena fatto in via ufficiale.
Ma credo che piuttosto che parlare dei luoghi comuni che influenzano la risposta ai sondaggi, meriti una riflessione il discorso sul processo di americanizzazione in parlamento. Credo sarebbe meglio spostare il discorso a cosa effettivamente si è votato.
E’ indubbio che il bipartitismo nato in modo ufficiale in Italia con queste elezioni, abbia creato una situazione alquanto “innovativa” in Parlamento, una situazione a cui noi italiani non eravamo abituati: l’amputazione degli estremi (ne ho parlato anche sul mio blog >> vedi i commenti al post sulle Elezioni 2008), di partiti come l’estrema sinistra che in Italia (e in particolare in Emilia Romagna) sono storici.
Credo che il dibattito dovrebbe concentrarsi sul chiedersi se effettivamente sia logico e rappresentativo degli interessi del Paese un simile processo.
Questo potrebbe essere argomento di un post a sè stante.