19.222.787 euro nel 2006, leggo sul blog di Beppe Grillo (→ 17 gennaio 2008)(è la citazione di un brano di Beppe Lopez, La casta dei giornali). Perbacco! Non lo sapevo e mi ha dato molto fastidio saperlo. Mi consideravo un lettore part-time del Sole 24 Ore per due motivi: lo leggevo 2-3 volte per settimana e poi molti articoli li saltavo a pié pari visto che li avevo già letti su New York Times o Wall Street Journal.
In una situazione di information overload eliminare il Sole 24 Ore mi fa risparmiare tempo e anche soldi: è vero che durante la settimana la lettura era frutto di una squisita cortesia dell’albergo Morandi (un piccolo ma gradevolissimo albergo di Reggio Emilia dove domina la simpatia) ma la copia del sabato me la pagavo io qui ad Antey.
Ma veniamo ai risparmi. Se non compro più il Sole al sabato risparmio 75 € all’anno. Mica pochi. Potrò usarli per comprarmi qualche rivista di sci (forse loro non ricevono quattrini dallo stato). Già e poi c’è il tempo dedicato a leggere notizie già lette e comunque vecchie visto il costante ritardo del cartaceo rispetto all’on-line: 20 minuti per 250 volte fa 5.000 minuti ovvero 83 ore all’anno: perbacco, più di un corso universitario!
Ho solo un dubbio: 150 copie del Sole 24 Ore all’anno fanno grosso modo 250 € (100 a 1 € + 50 a 1,5 €). Ho fatto abbassare il PIL di ben 250 €? Quasi quasi mi sento in colpa…
PS: il blog di Beppe Grillo è interessante ma NON è una fonte primaria. Sono andato a cercare la fonte dei dati sui finanziamenti ai quotidiani. Ne ho trovate due: un servizio RAI del 2006 (→ Report del 23.11.2006). Nel servizio si riporta la fonte primaria dei dati: il Dipartimento per l’informazione e l’editoria – Presidenza del Consiglio. Da quanto ho potuto vedere il finanziamento ai quotidiani come il Sole 24 Ore prende la forma di rimborsi per le spese postali di invio del quotidiano agli abbonati e contributi per l’acquisto della carta. Toh: in un mondo digitale si finanzia la sopravvivevza del cartaceo… Contributi diretti se li prendono invece i quotidiani politici e gestiti da cooperative di giornalisti.
Anche in questa occasione si tocca con mano la scarsa chiarezza comunicativa dei siti istituzionali: perché non pubblicano una tabellina che riporta i contributi (diretti e indiretti) assegnati alle singole testate? Ma è troppo chiederlo a chi approva leggi di 1.193 commi (→ post del 27.12.2007).
Leggendo della questione dei finanziamenti, mi viene in mente come si sono “difesi” Levi e Prodi quando il loro DDL sull’Editoria è stato ampiamente criticato perché vuole cambiare tutto ma alla fine non cambierà nulla perché, per cambiare veramente qualcosa bisognerebbe modificare altre leggi che hanno regolato fino ad ora il settore editoriale:
L’intenzione dell’esecutivo è promuovere la riforma del settore dell’editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti per tutelare e promuovere il pluralismo dell’informazione
Penso che ci sia da riflettere su quest’affermazione…
Molte testate ricevono incentivi statali e alcune, per non perderli, arrivano addirittura a regalare copie o a fare particolari partnership per sbolognare quante più copie possibili e dimostrare al Governo il loro giro d’affari (più copi più incentivi).
Lo Stato non penso che sia ben disposto a metter in piazza i contributi alle testate giornalistiche, come non pubblica gli stipendi dei parlamentari; tutti lo sanno ma nessuno ne parla su riviste a tiratura nazionale.
Marco
Riguardo all’argomento finanziamenti alle testate giornalistiche cartacee ho trovato un file pdf abbastanza recente (17 Ottobre 2007) che contiene numerosi dati interessanti anche se, non essendo espressi in forma tabellare diventa un po’ difficile usufruirne! Il documento è stato pubblicato da Sherpa TV, ecco un estratto della sezione “About” che mi pare interessante:
SHERPA nasce per rispondere efficacemente alle nuove esigenze di selezione ed organizzazione delle informazioni con l’obiettivo di supportare l’attività di comunicazione delle istituzioni nazionali ed internazionali attraverso strumenti professionali specializzati.
A tale scopo SHERPA raccoglie, organizza e seleziona documenti di provenienza istituzionale, per garantirne la diffusione e la comprensione in ambiti più vasti, assicurando un trattamento professionale ai messaggi, rappresentando in maniera neutrale e bilanciata tutti i punti di vista, supportando ogni iniziativa di comunicazione istituzionale, incoraggiando il confronto aperto e obiettivo tra protagonisti, esperti di settore e opinion makers.
Mi sembra una interessante fonte informativa anche se non molto conosciuta!