chissà quanti studenti lo dicono, lo pensano e si comportano di conseguenza. Tesine e tesi piene di refusi e spesso scopiazzate: “tanto il prof non legge“. Già, il fatto è che io lavoro per passione e senza guardare l’orologio: quindi, quello che gli studenti scrivono lo leggo sempre. E siccome sono abbastanza abituato a leggere vedo subito quando il testo non è stato scritto da uno studente. Come faccio a capirlo? Vieni al corso di Dati e testi on-line e lo saprai.
Cosa succede quando trovo pezzi copiati?
- A) Mi demoralizzo.
- B) Smetto di leggere il resto.
- C) Gliela faccio pagare.
Come? Semplice: all’esame glielo dico in pubblico e lo/la faccio sentire una “M…a”. E poi? E poi, visto che siamo in Italia e che il buonismo impera, magari gli/le do anche un 18: a patto che non mi capiti più fra i piedi. Eh sì perchè nelle università di questo curioso paese è vietato dare insufficienze.
All’estero copiare si chiama “plagiarism“: cerca con un motore e vedrai come le università USA trattano quelli/quelle che copiano… Se l’etica in università è un argomento che ti sta a cuore cerca “academic dishonesty“.
PS: oggi è domenica e avrei voluto, come sempre, scrivere un post di montagna ma ieri mi è capitato un ennesimo caso di scopiazzatura.
Lara paggy1984@hotmail.it scrive:
“Per quanto riguarda l’argomento “Plagiarism” è interessante dare un’occhiata al sito Plagiarism.org, un sito che offre interessanti informazioni, definizioni e consigli sul plagio.
In particolare sono interessanti le sezioni sulla prevenzione, una pagina dedicata ai consigli utili per evitare errori durante la pianificazione e la scrittura di un proprio testo; oppure la sezione sulle leggi sul copyright; o ancora la sezione sui consigli di stile per le citazioni con tanto di link e riferimenti principali manuali di stile.
Per quanto riguarda il plagio nelle università, è possibile trovare delle sezioni sul plagio nel sito ad esempio dell’Indiana University oppure dell’Università del North Carolina. Sono solo due esempi.
E in Italia? Ho trovato riferimenti all’argomento “plagio” nel sito dell’Università di Pavia e una sezione all’interno della proposta di Codice Etico dell’Università di Bologna.”
Io invece ho cercato informazioni sul plagio nelle università italiane.
L’università di Pavia offre, sul suo sito, una vera guida per gli studenti sul plagio, con tanto di definizioni del plagio e delle sue forme e consigli per evitarlo. C’è anche una bibliografia in tema! La guida è consultabile a questo indirizzo: http://www.unipv.it/wwwscpol/studenti/plagio.htm
Anche l’università di Torino avverte gli studenti dei rischi del plagio, riportando l’esempio di uno studente “colto sul fatto”. (Rischi del plagio (Scienze della Comunicazione, Torino)).
Infine, l’università di Chieti e Pescata propone un vero e proprio codice etico dove, cito testualmente, “Si condannano la frode e il plagio, quest’ultimo inteso come parziale o totale appropriazione di idee, temi o scoperte, a prescindere dalla provenienza linguistica e culturale, di cui risulti omessa la citazione della fonte”. Esiste anche, in questo ateneo, una Commissione Etica che vigila sull’applicazione di queste norme e decide le sanzioni da infliggere per coloro che le violano.
Per quanto riguarda l’argomento “Plagiarism” è interessante dare un’occhiata al sito Plagiarism.org, un sito che offre interessanti informazioni, definizioni e consigli sul plagio.
In particolare sono interessanti le sezioni sulla prevenzione, una pagina dedicata ai consigli utili per evitare errori durante la pianificazione e la scrittura di un proprio testo; oppure la sezione sulle leggi sul copyright; o ancora la sezione sui consigli di stile per le citazioni con tanto di link e riferimenti principali manuali di stile.
Per quanto riguarda il plagio nelle università, è possibile trovare delle sezioni sul plagio nel sito ad esempio dell’Indiana University oppure dell’Università del North Carolina. Sono solo due esempi.
E in Italia? Ho trovato riferimenti all’argomento “plagio” nel sito dell’Università di Pavia e una sezione all’interno della proposta di Codice Etico dell’Università di Bologna.