chissà quanti studenti lo dicono, lo pensano e si comportano di conseguenza. Tesine e tesi piene di refusi e spesso scopiazzate: “tanto il prof non legge“. Già, il fatto è che io lavoro per passione e senza guardare l’orologio: quindi, quello che gli studenti scrivono lo leggo sempre. E siccome sono abbastanza abituato a leggere vedo subito quando il testo non è stato scritto da uno studente. Come faccio a capirlo? Vieni al corso di Dati e testi on-line e lo saprai.
Cosa succede quando trovo pezzi copiati?
- A) Mi demoralizzo.
- B) Smetto di leggere il resto.
- C) Gliela faccio pagare.
Come? Semplice: all’esame glielo dico in pubblico e lo/la faccio sentire una “M…a”. E poi? E poi, visto che siamo in Italia e che il buonismo impera, magari gli/le do anche un 18: a patto che non mi capiti più fra i piedi. Eh sì perchè nelle università di questo curioso paese è vietato dare insufficienze.
All’estero copiare si chiama “plagiarism“: cerca con un motore e vedrai come le università USA trattano quelli/quelle che copiano… Se l’etica in università è un argomento che ti sta a cuore cerca “academic dishonesty“.
PS: oggi è domenica e avrei voluto, come sempre, scrivere un post di montagna ma ieri mi è capitato un ennesimo caso di scopiazzatura.
Segnalo un articolo del Corriere della Sera (Usa, la guerra del plagio tra studenti e docenti)in cui vengono citati alcuni siti che si dedicano alla produzione di testi (naturalmente a pagamento)e che danno anche una NO PLAGIARIMS GUARANTEE…
e questo mi fa molto molto sorridere…
Ecco i siti segnalati nell’articolo
http://www.ukessays.com/
http://123helpme.com/
http://sparknotes.com/
Riporto anche il pezzo del testo in cui sono citati:
” […] Nelle università, però, il mutamento di clima ha a che fare soprattutto con l’avvento dell’era di Internet. Negli ultimi dieci anni i docenti hanno combattuto una battaglia impari: come individuare i lavori accademici degli studenti tratti da un web che offre milioni e milioni di pagine su mille argomenti?
Le cose si sono ulteriormente complicate col diffondersi dei paper mill, vere fabbriche di tesine. In Gran Bretagna questo mercato vale 3-400 milioni di euro. Il sito più attivo, «Ukessays.com», ha 3500 specialisti che collaborano all’assemblaggio dei testi. In America vanno per la maggiore «Sparknotes.com» e «123helpme.com». […]”
Valentina, parlando di Scienze della Comunicazione di Torino, mi ha fatto ricordare uno degli episodi per cui, da qualche anno, anche a Torino hanno dedicato un po’ di spazio al plagio:
durante la sessione di laurea del 31 gennaio 2006, una studentessa è stata accusata di aver copiato intere parti di alcune opere di Umberto Eco (dunque non di una tesi di uno sconosciuto qualunque!) e naturalmente, oltre a non aver avuto la possibilità di laurearsi in quella sessione, questa persona si è guadagnata un’ottima figuraccia davanti all’intera commissione e davanti a tutti coloro presenti in aula al momento…