serve a tante persone:
- al docente che, scrivendolo, è obbligato a progettare in anticipo cosa farà lezione per lezione (una bella comodità quando dovrà andare in aula);
- allo studente non frequentante che, solo grazie al sillabo, ha la possibilità di seguire una traccia per prepararsi al meglio;
- allo studente frequentante che arriva in aula sapendo cosa si farà quel giorno e conoscendo già gli argomenti;
- al futuro studente che, se i sillabi sono di dominio pubblico, può farsi un’idea dell’offerta formativa e della qualità della didattica;
- al valutatore della didattica (presidenza di facoltà, nucleo di valutazione) cui il sillabo offre una prima cartina di tornasole della qualità didattica;
- al finanziatore (magari ex studente) che così sa dove vanno a finire i suoi soldi.
Ma se è così, come mai il sillabo in Italia è così raro e quando c’è viene tenuto sotto chiave? Prima di rispondere guarda bene cosa Wikipedia intende per syllabus (→ definizione): non è solo il programma sintetico del corso completo dei testi per la preparazione dell’esame. Un sillabo che meriti questo nome deve contenere non solo la descrizione del corso, le sue modalità di svolgimento e di valutazione ma anche, lezione per lezione: obiettivi, saperi, capacità, testi di riferimento, esercizi, ecc. Non ho la presunzione di dire che i miei sillabi siano l’optimum: so che non è così e voglio migliorarli con il tuo aiuto.
Detto ciò: limitandoci per il momento ai corsi offerti a SCO Unimore, hai trovato altrove (in Italia e all’estero) sillabi esemplari?
[…] da decine di anni i programmi didattici sono organizzati e comunicati grazie ai sillabi (→ post Il sillabo in un corso universitario). L’esperienza OpenCourseWare di MIT (Massachusetts Institute of Technology) mette a […]