La frequenza è un optional

Curiosa la faccenda della frequenza ai corsi universitari in Italia: di solito è considerata un optional. Lo studente frequenta i corsi che vuole e nel modo che vuole. Alcuni li vedi all’inizio del corso e poi ogni tanto. Altri non li vedi proprio mai. Certi li vedi sempre: ma sono una minoranza. Ciò detto, con il solito motore, ho fatto una ricerca sul tema della frequenza. Qualcosa c’è:

  • La Facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma 1, ad esempio, afferma che “la frequenza dei corsi costituisce un elemento fondamentale della formazione, sia da un punto di vista della normativa (la frequenza in aula costituisce una parte dell’impegno previsto per l’ottenimento dei crediti formativi), sia soprattutto dal punto di vista sostanziale, per l’acquisizione delle competenze previste negli obiettivi didattici. Ciò vale soprattutto per le lauree specialistiche, nelle quali le competenze da acquisire, per loro natura, sono difficilmente riassumibili nei soli testi scritti.”

a questo punto, cosa pensi che abbia deciso di fare quella facoltà? Pensaci e poi guarda la risposta

Ma cosa succede nelle altre facoltà di Scienze della Comunicazione? Se cerchi, spesso troverai che “la frequenza è facoltativa ma è vivamente consigliata“: ma quale docente direbbe mai per i suoi corsi che “la frequenza è facoltativa e sconsigliata“.

E all’estero? Anche in California, con il bel sole che c’è e le onde di 2 metri bisogna frequentare? Cosa cerchi per vedere come stanno le cose là?

4 commenti

  1. Per quanto riguarda i catalog (che sono stati mio argomento di tesina della laurea triennale), è possibile trovare qualche esempio di “student attendance policy” direttamente all’interno dei seguenti esempi:

    http://www.scc-fl.edu -> faculty -> adjunct faculty handbook (c’è un intero capitolo dedicato al “classroom management”)

    http://www.fsu.edu -> modern languages -> graduate -> graduate student handbook (paragrafo su “student attendance policy”)

    http://kirtland.edu -> students -> future students -> college catalog (paragrafo dedicato a “student attendance policy”)

    Questi sono solo alcuni esempi per dimostrare come già nei catalog quindi nelle guide ai futuri studenti siano ben chiare le politiche riguardanti la frequenza così come nei regolamenti a disposizione degli insegnanti…nessuno può dire “non ero stato avvertito”!

    Lara Barilli

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