Domani (30 gennaio) e dopodomani c’è la fiera di Saint Ours ad Aosta. Due settimane fa abbiamo messo il naso alla pre-fiera di Donnaz dove esponevano 500 degli oltre 1000 espositori presenti alla fiera principale: Bianca ha trovato una civetta in pietra ollare da aggiungere alla sua collezione ma, a parte ciò, non abbiamo trovato altri motivi di spesa tra cucchiai, cestini, galletti, zoccoli, rastrelli, fiori di legno, grolle e coppe dell’amicizia. Molto, troppo deja vu. Scultori abbarbicati a stili e materiali tradizionali (eufemismo). E’ così da 1000 anni e si vede. (Foto delle passate edizioni).
Oggi, quindi, siamo stati ad Aosta a vedere l’Atelier in Piazza Chanoux dove espongono artigiani selezionati. Mah… Possibile che davanti ad alcune decine di espositori non scatti alcun desiderio di acquisto? Ovviamente questa apatia rispetto al consumo dipende da noi e non da loro. Mi fa solo specie che questa sensazione fosse assente quando giravamo per negozi di artigianato e gallerie d’arte negli USA e in Canada… Lì sì che ci sentivamo poveri e senza soldi da spendere davanti alle mille tentazioni ricche di gusto. In fondo, a pensarci bene, è meglio essere qui al riparo da tentazioni consumistiche.
Comunque qualche foto l’ho fatta alle opere di Franco e Matteo Crestani: loro sì sono creativi e innovativi pur nel solco della tradizione. Ecco alcune opere esposte: