non è così semplice come speravo. Le reti wi-fi sono scarse e richiedono sempre una registrazione, talvolta su carta e con persona in carne e ossa (sulle reti wi-fi in Italia vedi M. Sideri, La regola dei clienti schedati, Corriere della Sera, 23.10.2010). A quel punto uno opta per la connessione tramite micro SIM. Pensavo che fosse facile ma non lo è. Quando ho comprato l’iPad ho acquistato anche una SIM 3G prepagata. La copertura, girando per l’Italia, è risultata scarsina e qui a casa in Val d’Aosta inesistente. A quel punto visto che un week-end ero a terra (un topo aveva rosicchiato il cavo dell’antenna) e dato che a casa vedevo il segnale di Vodafone durante il week-end ho comprato una SIM Vodafone. per fare fronte al blackout da ratto. Già: il segnale c’è ma l’attivazione della micro-SIM è problematico: compare un messaggio di errore e buona notte. Sta a vedere che mi toccherà passare a TIM. Domanda: come mai è così semplice comprare su Amazon ed è così difficile far guadagnare 3G e Vodafone? Non sarebbe logico che sul display comparisse una schermata in cui inserire i dati della carta di credito, definire ID e password e via? Mah.
Un ultimo interrogativo: con queste due SIM sottoscritte e inutilizzate ho contribuito ad alzare il dato italiano sulla diffusione di Internet e telefonia mobile?
Le schedature ormai sono un classico così come il monopolio della TIM (solo Vodafone riesce con difficoltà a tenere il passo).
A Reggio Emilia per poterti registrare alla rete wi-fi del Comune devi procedere come se dovessi ritirare un documento all’anagrafe. Senza contare che non sempre si naviga con facilità e velocità. Ma è gratuito (per adesso!) e allora si chiude un occhio.
Se penso che negli US me ne potevo tranquillamente andare a fare colazione al Panera Bread, posizionarmi ad un tavolino, gustarmi un caffè caldo con muffin alla cannella, aprire il portatile e collegarmi inserendo semplicemente il codice postale (http://www.panerabread.com/cafes/find.php) per poi navigare a vele spiegate!
Un altro mondo!