Tasso di disoccupazione = 8,5%

questo il dato (stima per il mese di febbraio 2010) comunicato ieri dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT sito web). Qualcuno dirà “caspita quanto è alto, pensavo di meno“, qualcun altro invece dirà “pensavo di più“. A questo punto qualche domanda ai nostri studenti/laureandi:

  1. la percentuale si riferisce a cosa?
  2. I cassaintegrati sono classificati tra i disoccupati o tra gli occupati?
  3. Se sono senza lavoro e me ne sto a casa a dormire sono considerato disoccupato o no?
  4. Quante ore devo aver lavorato per essere invece calcolato come occupato?
  5. Dove trovo periodicamente dati aggiornati sul tasso di disoccupazione?
  6. Il tasso di disoccupazione varia in relazione al titolo di studio posseduto?

Stamattina (giovedì 1° aprile) abbiamo visto come le idee dei presenti fossero tutt’altro che chiare. E’ stata un’ottima occasione per fare un po’ di luce nella nebbia. Abbiamo anche visto come in un file pdf i chiarimenti alle questioni suesposte avrebbero potuto prendere la forma di pop-up (sticky notes). Ecco qua le risposte:

  1. il tasso di disoccupazione esprime la % di popolazione attiva (o forza lavoro) che si dichiara in cerca di occupazione (disoccupati+in cerca di prima occupazione)( glossario).
  2. I cassaintegrati sono classificati tra gli occupati. Secondo il Centro Studi Confindustria e alcuni economisti la loro inclusione tra le persone in cerca di occupazione porterebbe il tasso di disoccupazione a oltre il 10%. Vedi ad es. Tito Boeri su Lavoce.info
  3. Si considera disoccupato chi dichiara di aver effettuato un’azione di ricerca di lavoro nell’ultimo mese ( glossario). I lavoratori scoraggiati (persone senza lavoro che non lo cercano perché pensano che tanto non lo troverebbero) non sono inclusi tra i disoccupati.
  4. Occupato è chi ha svolto almeno un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento oppure ha effettuato almeno un’ora di lavoro come coadiuvante familiare anche se senza compenso ( glossario).
  5. ISTAT effettua ogni trimestre delle rilevazioni sulle forze di lavoro ( pagina web)
  6. Tra i giovani la relazione tra tasso di disoccupazione e titolo di studio è (in Italia) scarsa ( post Disoccupazione fa rima con istruzione). Tra gli adulti (25-64 anni) la relazione è inversa: ovvero i laureati hanno le minori probabilità di essere disoccupati.

In conclusione il tasso di disoccupazione ufficiale sottostima le difficoltà esistenti sul mercato del lavoro: negli USA, ad esempio, il tasso di disoccupazione era (in marzo) il 9,7% ma se si tiene conto anche di quanti sono costretti a lavorare part-time, non cercano lavoro perché scoraggiati, il tasso sale al 16,9% ( Broader U-6 Unemployment Rate Increases to 16.9% in March, Wall Street Journal).

4 commenti

  1. I dati Istat derivano dalle risposte degli intervistati: difficile sapere cosa dichiarino gli occupati in nero (come, ad esempio, finti invalidi che lavorano, casalinghe a carico che lavorano come colf, soggetti occupati in attività devianti o criminali). Aldilà del dato in quanto tale (sotto o sovra-stimato a seconda dei punti di vista) quello che si può considerare è il suo andamento nel medio periodo e la sua variabilità in base a caratteristiche socio-demografiche.

  2. Il dato è preoccupante soprattutto perchè non sono conteggiate le persone scoraggiate che non cercano lavoro. Sarebbe interessante, secondo me, riuscire a quantificare come questo numero viene impattato dal lavoro sommerso e da quanti invece svolgono due o più attività lavorative.

    Le domande che mi pongo sono:

    1) Chi lavora “in nero” (per scelta, perchè è costretto o perchè non trova alternative) come si dichiara in questa indagine? Mi interessa saperlo soprattutto per capire se, da un punto di vista “psicologico” queste persone si considerano a tutti gli effetti lavoratori o se si considerano ai margini.

    2) Quando mi chiedo che impatto può avere chi svolge due o più professioni sul tasso di disoccupazione, mi riferisco ad una persona che, per esempio, lavora in un call center nei giorni feriali e, nel fine settimana, lavora presso il bar di un cinema. Se questa persona potesse godere di un trattamento economico più tipico potrebbe evitare di impiegare il fine settimana in una seconda attività lavorativa e lasciare il posto ad un’altra persona in cerca di impiego.

  3. Tasso di disoccupazione = persone in cerca di occupazione/forza lavoro *100 ,dove FL=occupati + persone in cerca di occupazione.

    I cassaintegrati sono considerati occupati.

    Chi se ne sta a casa a dormire e dichiara di non aver cercato impiego negli ultimi 30 giorni è considerato “disoccupato”, altrimenti è dichiarato “in cerca di occupazione”.

    Per essere considerati “occupati” bisogna aver svolto almeno un’ora di lavoro, purchè questa preveda una retribuzione monetaria o in natura.

    Si possono trovare dati aggiornati sui tassi sul sito dell’ISTAT da lei fornito.

    In relazione al titolo di studio conseguito il tasso di disoccupazione può variare, come si può notare in questi grafici(http://www.istat.it/lavoro/unilav/focus.pdf).

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