al titolo del post manca qualcosa. Il punto interrogativo alla fine. E poi manca anche una specifica: non ho la pretesa di parlare dei “giovani” in senso lato ma solo di quelli che in qualche modo conosco: gli studenti universitari italiani. Il titolo avrebbe allora dovuto essere “Gli studenti universitari italiani leggono?“. Ma a questo punto dovrei anche specificare meglio a quale tipo di lettura mi riferisco. Leggere può anche essere l’atto che si fa facendo scorrere gli occhi sul display di un telefonino. Leggere può essere lo sfogliare i titoli delle pagine web emerse da una ricerca con Google. Leggere può essere la scansione veloce che molti fanno delle fotocopie per “preparare” un esame. La lettura che ho in mente qui è allora quella di libri ovvero di testi che, a differenza di tanti altri (quotidiani, pagine web, post di blog, ecc.) presentano un grado di elaborazione relativamente elevato.
Questi spunti mi vengono in mente riflettendo su due affermazioni di un amico americano che conosce bene l’Italia e gli italiani:
Reading is something we HAVE to do in Italy… not anything seen as enlightening, enriching or even useful… since you only read that book for that exam. The implications of what you read (cynically) end with the mark you get.
I see a lot of reading in the trains: no one under 25 is reading unless for an exam or notes. These are VERY few. Most readers are women, over 30, for pleasure or work.
Il mio amico alla domanda “Gli studenti universitari italiani leggono libri al di fuori dei testi di esame?” risponde NO. Forse ha ragione. Nei prossimi giorni vedrò se esistono dei dati in merito.