e così un laureato disoccupato USA è finito sui giornali di tutto il mondo e, sono certo, ha trovato la sua strada per un posto al sole. Io ho letto la sua storia su La Stampa, ma se fai una ricerca su Google News vedrai che un sacco di media parlano di Daniel Seddiqui e del suo sito web Living the Map:

Se fossi la ministra Gelmini (si fa per dire) lo inviterei per un ciclo di conferenze nelle università italiote da cui da sempre escono torme di gente alla ricerca perenne di un posto da laureato.
Mah, io un paio di anni fa ho fatto la campagna dei pomodori (= operaio) in un’azienda di piccole dimensioni: ti/le assicuro che, se mia madre non avesse conosciuto un’amica del responsabile dell’ufficio per le assunzioni, non mi avrebbero mai preso… Magari è solo un episodio su tanti, ma molti amici, anche per i lavori più semplici, hanno avuto bisogno di una spinta. Inoltre, penso che un economista abbia comunque le conoscenze adatte per dire la sua in merito, il mercato del lavoro è il suo campo, qui di tuttologia c’è poco.
bah, ho letto anch’io quel commento e ho pensato “il solito economista tuttologo che parla senza conoscere la storia”. In Italia ci vuole la raccomandazione per fare lavori come quelli svolti da Daniel: fotografo, pescatore di aragoste, istruttore di surf, cuoco, minatore, portamazze (caddie), casaro, bigliettaio, giardiniere, ecc. ecc.? Ma suvvia!
A proposito è interessante anche il commento, in fondo alla pagina di ‘La Stampa’ dedicata al fatto, di un docente italiano di Economia: secondo questo una persona da noi non riuscirebbe a ripetere l’impresa perché nel nostro paese, per qualsiasi lavoro, serve una raccomandazione.