è il Pico recensito da David Pogue di New York Times in un bell’articolo che fa riflettere sulla miniaturizzazione:
A cosa serve un proiettorino così piccolo? A niente e a tutto esattamente come il cellulare, l’iPod, le chiavette USB, i notebook, ecc. ecc. Certo che se la miniaturizzazione non fosse andata avanti io girerei ancora con il mio Compaq da 12 kg. come nel lontano 1986: i colleghi di università dell’epoca mi chiedevano se non avevo paura di sembrare un idraulico con quel borsone a tracolla. Quanta acqua sotto i ponti da allora: i notebook di oggi pesano un paio di kg e alla fine li hanno comprati anche quelli che facevano fatica a usare il mouse.
Il Compaq 386 che avevo nel 1987 al ritorno dagli Usa non soltanto pesava 12 Kg e spaccava la schiena >> http://www.old-computers.com/museum/computer.asp?st=1&c=1065 ma costava anche un sacco di soldi (12.000 $ ovvero 14-15 milioni dell’epoca). Perché lo portavo a tracolla? Perché i trolley erano ancora semi-sconosciuti all’epoca e poi Compaq “regalava” una magnifica borsa nera in pelle. Ah già, andava solo con alimentazione a rete…
a cosa serve un proiettore?!
beh.. sicuramente anke a giocare a PES09 in formato gigante nella parete del proprio salone!
comunque, l’articolo è geniale, e il compaq da 12kg non riesco nemmeno ad immaginarlo!
ci voleva un trolley prof, come faceva a portarlo a tracolla??!!
a proposito, qui tocca citare bill gates e il suo libro “LA STRADA CHE PORTA A DOMANI”, dove il genio informatico racconta come rimpicciolendo i chip pensava di rimpiccolire il mondo!
per uno che deve sbarcare il lunario girando fra comune e province a tenere corsi di formazione è uno strumento necessario
come al solito oggi costa ancora troppo
buongiorno e grazie
paolo ferrario
http://www.segnalo.it