Anni fa a Gilgit (Northern Areas – Pakistan → scheda Wikipedia), un posto dove già allora un tot di paesani girava con il Kalashnikov a tracolla, ho toccato con mano l’utilità di avere una carta di credito American Express: avevo bisogno di tornare in fretta e furia in Italia e con il mio tesserino di plastica riuscii in quattro e quattr’otto a noleggiare un’auto con autista (una sfigatissima Renault guidata da un tizio che i $ avevano estratto dalla sedia che scaldava in un ufficio pubblico). Arrivati a Islamabad dopo una ventina di ore sulla Karakorum highway (→ foto su Flickr) e la sensazione costante di stare per finire sotto una frana o giù nel fiume, ricordo ancora il senso di sollievo con cui tirai fuori la mia tesserina verde alla reception dell’InterContinental e lo sguardo di approvazione con cui la signorina Silvani dell’epoca osservò la scena. A quel punto come diavolo avrei fatto con una Visa (limite di spesa: ridicoli 1.000 €) a pagare due biglietti di sola andata per Milano con Lufthansa? Amex? You welcome! All’agenzia viaggi di Rawalpindi mi dissero proprio così, come nelle pubblicità. Qualche anno dopo, il matrimonio con la signorina Silvani naufragò miseramente malgrado l’Amex ma io, a Rawalpindi, non potevo saperlo e quindi l’Amex mi è rimasta scritta sull’hard disk della memoria in un’aura di gratitudine come una nonna o una zia prodiga di regali (non ne ho mai avute…).
A distanza di tempo (caspita, sono passati 20 anni) continuo ad avere una carta Amex! Ieri, però, ho letto un articolo che mi ha messo qualche pulce nell’orecchio (→ Delinquencies Mount for American Express, Wall Street Journal 20.10.2008). Negli USA anche Amex come altri sta sperimentando delinquencies crescenti: termine molto chiaro per indicare la gente che non paga il conto mensile delle spese fatte con la carta di credito. Quelli del marketing hanno avuto una bella pensata: mettere un limite di spesa mensile a chi, regolare pagatore dei propri estratti-conto, frequenta abitualmente esercizi commerciali associati con siffatti comportamenti. La logica sottostante è quella classica delle “cattive compagnie“: se vai nei discount diventi come il cliente tipo dei discount ovvero uno con il conto sempre in rosso. Pensa un po’ a quali aberrazioni può portarti una laurea in marketing… Ohibò: stai a vedere che prima o poi pubblicheranno un elenco di negozi out e in.
PS: concorderai con me che il post sembra scritto da un incrocio di Carlo Rossella con Pierugo Fantozzi.
L’ideale sarebbe l’Amex nera (limite di spesa illimitato ;-) ) ma viene concessa ben poche persone…
American Express è un sistema che funziona a livello mondiale, inoltre è (o forse dovrei dire era, viste le ultime notizie) garanzia di pagamenti sicuri perchè chi ce l’ha di solito non è uno che se la passa male.
Sulla carta si ripercuote lo stesso problema dei mutui: tante piccole rate (tanti piccoli acquisti) che poi, a fine mese, sono tutti da saldare.
Rimane un vecchio sistema (oggi modernizzato dagli sms): tener traccia della propria spesa in modo da sapere quanto spendiamo mensilmente (e così ci accorgiamo se ci hanno clonato la carta, altro problema crescente).
Posto una piccola battuta in tema di carte, così, per regalare un piccolo sorriso ai visitatori del blog.
Due amici: “Lo sai che mi hanno rubato la carta di credito?”
L’altro: “Ah sì? L’avrai già bloccata immagino”
E il primo: “No no, alla fine ho visto che mi conviene: spende meno di mia moglie!” ;-)
Buona giornata a tutti
Marco
Giusto 20 anni fa in Pakistan si poteva suscitare entusiasmo con una American Express…oggi credo che lsi rischierebbe una sventagliata di Kalashnikov, grazie all’equazione Amex=Usa. La Visa è sempre stata più “politicamente neutrale”, e a me non hanno mai messo limiti di spesa ( e in certi casi sarebbe stato meglio… per me, naturalmente!)
Bel post! :)