è quella di questi francesi dove abbiamo cenato qualche tempo fa. Eh sì perchè banale è mettere nel menù la solita salade de chévre chaude ma prova di creatività è fare un mini calzone con dentro il formaggio di chévre invece dei soliti crostini con sopra una fettina di formaggio passata al grill. E a questo punto potevi pensare che per tarte de pommes au Calvados ti avrebbero propinato la solita schifezza tipo Bindi? No! Infatti il pizzaiolo ha affettato una mela l’ha disposta su una pizzina e l’ha infornata. Al’uscita dal forno l’ha innaffiata di Calvados e voilà: l’imagination au pouvoir come si diceva ai tempi del 68.
Due idee da consigliare anche alle sposine ferme alla bresaola con il formaggino di capra o, peggio ancora, alle robe industriali e ipercostose tipo Quattri saldi in padella.
PS: ma possibile che per trovare fantasiose declinazioni della solita pizza devo andare in Francia?
Diverse pizzerie che ho trovato fanno pizze più fuori dagli schemi (gorgonzola e pere, per esempio, pizze con diversi tipi di frutta….) . Sono comunque scelte rischiose, ricordo con mio grande disgusto una pizza all’ananas mangiata mi pare in Trentino: qualcosa di immangiabile, gusti tra loro completamente disconnessi. L’importante è non esagerare nella ricerca dell’originalità, a mio avviso.
Se vi capita di passare per Modena andare a mangiare la pizza (possibilmente al metro) al Vesuvio (via Rainusso n.126), è davvero speciale!
Niente di particolare come gusti, ma è la vera pizza napoletana e prendete quella con le verdure saltate!
Wonderful!
Una pizza un po’ particolare che mi è capitato di andare a mangiare in una pizzeria della provincia di RE (Castelnovo Sotto “I Folletti”), e penso che si mangi solo in questo posto nei dintorni della bassa reggiana, è la pizza al coccio, una pizza scaldata dentro una pirofila di coccio in forno, che quindi diventa una specie di torta, alta e morbida. E’ un po’ pesante da digerire ma è veramente gustosa! Forse non è consigliata a chi non ama le pizze alte, alla napoletana.