I precari e gli zingari? Ghe pensi mi!

Beh, è quello che da ex milanese ho pensato quando ho letto il testo del comunicato del Consiglio dei ministri del 1° agosto 2008:

Il Presidente Berlusconi ha informato il Consiglio circa due importanti decreti da lui adottati. Il primo ripristina la somma di 10 milioni di euro annui in favore dell’istituto San Gallicano, impegnato nella tutela della salute delle popolazioni migranti, senza fissa dimora, nomadi e a rischio di emarginazione. Il secondo garantisce, con un budget di 55 milioni di euro annui, la stabilizzazione dei 3.200 precari ASU del comune di Palermo, nonché dei 182 dipendenti di “Palermo lavora”. Una ulteriore prova della sensibilità manifestata dal Governo Berlusconi, da sempre vicino alle problematiche occupazionali della Regione Sicilia ed in particolare della città di Palermo. Il Presidente ha sottolineato l’impegno del sindaco Diego Cammarata, che ha consentito l’avvio del percorso di stabilizzazione degli oltre seimila precari ereditati dalle Amministrazioni precedenti.” ( comunicato).

L’Istituto San Gallicano di sicuro meritava un occhio di attenzione. Che ci fossero tutti questi precari al Comune di Palermo pure non sapevo: chissà poi quanti sono quelli della Provincia di Palermo e della Regione Sicilia. A quando un annuncio simile anche per i poveracci dell’università di Palermo: dottorandi, ricercatori, assegnisti, precari vari? Ma i ministri competenti che ci stanno a fare?

Un commento

  1. Non so onestamente cosa pensare in merito. Da un lato, il mio lato più ingenuo mi fa pensare che l’Italia non si renda conto della grande importanza e delle necessità di implementare la ricerca nel nostro paese. Ma poi mi guardo intorno, penso alla fuga di cervelli, penso agli altri paesi che si sono attivati in maniere differenti per finanziare la ricerca e a questo punto penso: gli esempi e le possibilità da cui prendere spunto per trovare una soluzione ci sono, quindi perchè i nostri ministri non si attivano in tal senso?
    E purtroppo la risposta che mi do è legata ad una sfera semantica di termini tutt altro che positivi: corruzione, mafia etc.

    Ho fatto una ricerca su internet per capirci qualcosa di più e ho trovato un link interessante ad un articolo scritto da Andrea Boggio e Fabrizio Ferraro.
    L’ho trovato interessante poichè sfata alcuni luoghi comuni sulla ricerca in America e spiega COME funziona il tutto. L’intento dei due autori, come scritto nel testo, è quello di dimostrare che è possibile anche per noi piccoli italiani “dare un mano” alla ricerca, anche se non siamo l’ America.
    http://www.statistica.unimib.it/utenti/dallapellegrina/Tre_miti_sulla_ricerca_in_America.pdf

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