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1. Precisazione: Intendevo privacy per così dire “a basso livello”, nel senso di proteggersi con un nickname (anche nell’indirizzo email) rispetto a quel 99% delle persone che non andrà mai ad analizzare il tuo IP per sapere da dove vieni e chi sei realmente.

2. sulla questione dei nickname ci sarebbe da fare una ricerca per non dire una tesi di laurea (di sicuro non con me): a prima impressione il nickname è usato proprio da chi da non avrebbe nulla da perdere in termini di privacy (giovani) mentre gli adulti lo usano assai meno. Non mi vedo Faletti o la Litizzetto o Giovanni Allegri scorazzare sul web usando un nickname ma forse mi sbaglio.

   Sulla questione della privacy mi sembra poi che ci sia in giro un tot di paranoia e di contraddizioni: la questione era già emersa al tempo della pubblicazione on-line dei redditi >> https://cordef.wordpress.com/2008/05/01/privacy-per-i-voti-ma-non-per-i-redditi/

   Sono totalmente ignorante di web marketing ma penso che per chi fa business sui dati di navigazione il nickname non faccia né caldo né freddo visto che tanto usano l’indirizzo di e-mail o l’ip address.

3. Interessante servizio che però non tiene conto (o se lo fa, in modo apparentemente limitato) del fatto che su Internet la maggioranza degli utenti, un po’ per privacy e un po’ per la tipicità del mezzo, preferisce celarsi dietro un nickname che quasi mai coincide con il proprio vero nome. Per i siti che non necessitano di registrazione comprensiva di nome e cognome, o che assicura la riservatezza di questi dati, Whozat risulta inefficace.

   [Altro discorso l’organizzazione strutturale a mio parere un po’ confusionaria (ma mi riservo di controllare meglio dal PC di casa, dato che da questo talvolta non si visualizzano correttamente alcuni siti) e soprattutto la scelta cromatica quantomeno discutibile (idem come sopra).]