Dal prossimo anno accademico (2008-2009) il corso di laurea triennale in Comunicazione di Unimore sarà disponibile anche a distanza (FAD).
Cosa penso dei corsi FAD in Italia? Siamo all’avanguardia da tempo: nelle nostre università la frequenza è un optional da alcuni decenni. Battute a parte il fatto che la laurea triennale in Comunicazione sia ora erogata anche online porta tanti vantaggi:
- gli studenti che si iscriveranno al corso FAD risparmieranno un sacco di tempo e soldi negli spostamenti e potranno essere seguiti di più visto che i corsi FAD hanno i tutor (assenti nei corsi “in presenza” dove la didattica la fanno solo i docenti in senso stretto)
- i docenti del nuovo corso FAD saranno obbligati/incentivati a preparare materiali didattici nuovi e a selezionare dei bravi assistenti (i tutor) che potranno anche pagare (a differenza di quanto avviene per i corsi “in presenza”)
- l’ateneo guadagnerà qualche soldino in più visto che i corsi FAD prevedono che ogni iscritto paghi un contributo annuo addizionale di 750 € (così da coprire le spese del sito, dei tutor e delle dispense pdf)
- infine, io mi aspetto che nei miei corsi diminuiscano gli iscritti in complesso permettendomi così di lavorare meglio: meno studenti fantasmi = meno esami da esamificio (inutili come il pezzo di carta allegato).
Ai vecchi e nuovi studenti della laurea triennale in Comunicazione consiglio quindi di domandarsi se prevedono di poter frequentare regolarmente le lezioni o no. Se la risposta è NO (qualunque sia il motivo) non sarebbe male se passassero ai corsi FAD.
NB: la mia è un wishful thinking (pia illusione). Scommetto un mese di stipendio (2.000 €) sul fatto che anche in futuro mi troverò agli esami un sacco di facce mai viste prima, magari anche un tot di studenti FAD che hanno messo i miei corsi tra quelli “a libera scelta”.

A proposito di nuovo anno accademico, ho notato sul sito di Unimore che ci sono grosse novità dal punto di vista dell’offerta formativa —> link
LAUREE TRIENNALI
– Marketing e organizzazione d’impresa (tradiz. e FAD, accesso libero)
– Scienze della comunicazione (dice solo tradizionale!!! accesso libero)
LAUREE SPECIALISTICHE
– Comunicazione pubblicitaria istituzionale (solo tradiz., accesso libero)
– Economia e sistemi complessi (solo tradiz., accesso libero)
LAUREE MAGISTRALI
– Strategia e comunicazione d’impresa (tradiz. e FAD, accesso libero)
Sembra che si sia optato per una semplificazione e una riduzione dei corsi, ma anche per un’estensione dell’accesso libero piuttosto che programmato, curioso…pensavo si tendesse a un tentativo di riduzione degli studenti e invece tenderanno ad aumentare (bisogno di soldi forse?). Ma che differenza c’è fra Laurea Magistrale e Lauree Specialistiche? Perchè il corso PGCI è stato separato concettualmente da CPI e ECOS?
beh, un blog dovrebbe essere foriero di discussione e confronto, non di consenso generalizzato: altrimenti mi sembra decisamente privo di utilità. potrei capire post offensivi o volgari, ma non è certamente il mio caso.
chiaramente il presupposto meritocratico e liberale ha sia connotazioni a priori (quanto può essere il criterio di iniziazione dello studente alla carriera di ateneo, chi e come: chiamiamole doveri, per ricondurla ad un termine più terra terra, non necessariamente “fedele”) nonchè a posteriori (quindi la capacità di valutazione e critica del servizio, chiamiamoli diritti…)
io sono dell’avviso che in Italia la tendenza generale è di non fare nè uno nè l’altro. però osservo come casi distaccati, vedi i ragazzi che si sono occupati di Unimore vs Oslo, alzano la voce su ciò che non va all’interno di una situazione da loro “foraggiata”
commento curioso che utilizza a sproposito certi termini: un sistema meritocratico (come dice il termine) fa entrare all’università chi merita di entrarci e non chi presenta una domanda di iscrizione e poi fa quello che crede. Il problema è che in Italia un sacco di gente avanza delle pretese dimenticando completamente i propri doveri (e ciò non ha proprio nulla a che fare con un “sistema liberale”).
Per quanto riguarda i commenti va da sé che chi apre e gestisce un blog è liberissimo di accettare o meno i commenti che crede. Specie i commenti che non portano nessun elemento vero di conoscenza ma si limitano a “dire la loro” come capita del resto in tanti “programmi” alla radio.