Privacy per i voti ma non per i redditi

nel nostro simpatico paese un viceministro in caduta libera può decidere di pubblicare su internet i redditi di tutti i contribuenti italiani mentre è considerata violazione della privacy pubblicare i voti e i nomi degli studenti di un corso universitario.

Su questa ennesima pochade all’italiana:

20 commenti

  1. Concordo sempre di più con quello che dice Dep, il discorso non è che se si mettono i cognomi alle superiori, si debbano mettere anche all’università.
    Dal mio punto di vista è sbagliato pubblicare i voti con nome e cognome, sia che questo avvenga alle superiori sia che avvenga all’ università, mi spiegate a cosa serve oscurare i voti di uno che venga bocciato alle superiori?A cosa serve?Mah!

    Per me ha ragione Dep quando dice che queste cose all’estero non accadono, ha perfettamente ragione, per forza, all’estero non si evade come dai noi.
    Per di più chi evade da noi, lo dice anche, si sente fiero!

    Concludo dicendo che i problemi dell’ Italia non sono questi e mi fa pena vedere che i telegiornali continuino con questa vicenda.
    Che pena davvero, si parla di privacy quando tante famiglie non arrivano alla fine del mese.

  2. flavio, io sono un “proibizionista del voto pubblico”.

    potrei subito capovolgere la questione, dicendo: ma xkè c’è tutta sta voglia di avere i voti pubblici? l’esito di un esame è personale.. una volta ke si sa il proprio, a ke serve sbirciare quelli gli altri?
    una possibile risposta potrebbe essere “per sapere com’è andato in generale anke agli altri”, ma a quel punto, a ke serve mettere nome e cognome? voti e numero identificativo dello studente sono + ke necessari. o no?

    stessa cosa per il liceo,le medie e le elementari. il voto è privato, e sbandierare ai 4 venti le capacità di uno studente è, a mio avviso, solo controproducente; sia per lo studente ke diventa soggetto di banali critike e gratuiti pettegolezzi, sia per ki sbircia, xkè invece di migliorare se stesso, continua a kiedersi il xkè dei voti degli altri!

    o no?

  3. E’ vero all’estero i dati sono pubblici, ma chiunque si metta a visionarli viene IDENTIFICATO mediante un login, nel nostro caso questo non avveniva.

    Questo però non è un grande fattore di sicurezza, data la facilità con cui in Internet ci si può creare una falsa identità; e se pure ci fosse un sistema sicuro per identificare le persone che accedono ai dati, in che modo ciò inciderebbe come deterrente su un eventuale intento criminale di tale accesso?

    Nel frattempo attendo ancora che qualcuno dei “proibizionisti del voto pubblico” mi spieghi le proprie ragioni.

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