Il termine compilativo piace a pochi ma come si fa a fare qualcosa di diverso (ovvero una tesi sperimentale o di ricerca) se si pretende di dedicare alla tesi (laurea specialistica o magistrale) il lavoro equivalente a 20 CFU (circa 500 ore)? C’è anche da dire che i più non hanno la più pallida idea di cosa sia una tesi compilativa:
“Una tesi compilativa avrà di sicuro quattro parti, ovvero introduzione, corpo centrale, conclusioni, bibliografia.
– Introduzione dove puoi chiarire:
. motivi che hanno portato alla scelta del tema;
. delimitazione spazio-temporale;
. percorso logico;
. struttura e contenuti dei capitoli;
. fonti di dati ed informazioni (interviste, siti web, articoli, programmi televisivi, ecc.);
. metodologia impiegata (se non costituisce capitolo a sé stante);
. ringraziamenti (non al relatore) a persone resesi utili nel corso del lavoro di realizzazione della tesi senza esserne tenute istituzionalmente.
– Corpo centrale: uno o più capitoli strutturati a seconda del taglio espositivo scelto. L’esposizione può seguire uno dei seguenti criteri logici:
. cronologico (periodi);
. spaziale (dal quadro nazionale o internazionale a quello regionale, provinciale o locale);
. comparativo (paesi, fenomeni, correnti);
. tematico (teorie, autori).
– Conclusioni: se la tesi ha un taglio descrittivo, le conclusioni si riducono ad una sintesi, se la tesi è invece una disamina di diverse posizioni teoriche o critiche le conclusioni riassumeranno gli elementi che ti spingono a propendere per una di esse.
– Bibliografia: elenca in ordine alfabetico (in base all’autore) tutte le fonti (articoli e libri) consultate e ritenute utili. Se hai fatto riferimento a siti web e non a specifici documenti scaricati dal web, sarà opportuno prevedere una sitografia nella quale riportare i siti (nome e indirizzo) in ordine alfabetico.
– Appendici o allegati, se necessario, per contenere:
. legislazione sul tema;
. schede di lettura;
. tabelle di dati;
. commenti critici, ecc.“
(de Francesco C., Delli Zotti G., Tesi (e tesine) con Pc e web, Milano, FrancoAngeli, 2004, p. 27).
Pregiatissimo professore,
il punto è anche un altro, quando si fanno confronti.
Un esempio: corso di Laurea in Comunicaizone e Marketing alla Facoltà di Scienze della Comuicazione e dell’Economia di Reggio Emilia i CF sono solo 5 (e non 20), ma ci sono comunque esempi (pochi) di studenti che hanno concluso la loro esperienza universitaria con una tesi compilativa (ben fatta) di 150 pagine! Le eccezioni ci sono sempre.
Altro esempio: Corso di Laurea Specialistica in Progettazione e Gestione della Comunicazione di Impresa a Reggio Emilia (stessa Facoltà della precedente), i CF attribuiti sono solo 10 (e non venti). E qui davvero fare una tesi sperimentale in 250 ore non è semplicissimo. E poi chi l’ha detto che una tesi sperimentale è migliore/più utile/interessante in un’ottima “compilativa”? Ho letto tesi “passate” come sperimentali in cui la sperimentazione consiteva in qualche questionario raccolto fuori da una parafarmacia e a cui è seguita una elaborazione pressapochista in SPSS e conclusioni davvero arbitrarie e discutibili. Impegno 1 mese, qualità modesta e punti più di 2 (non ricordo esattamente) perché rientrava comunque nella categorie delle tesi sperimentali.
Un saluto molto cordaile.
Leggendo il suo blog (il migliore mai visto in giro) mi è venuta voglia di farmene uno.
Luca Invernizzi
Le tesi compilative danno diritto a soli due punti ma in compenso richiedono molto meno lavoro: “due mesi” di impegno invece di 500 ore (20 CFU) e una lunghezza di circa 50 pagine ( vedi commento). Diciamo che si tratta di tesine…
Da aggiungere che nella nostra facoltà (Scienze della Comunicazione, Reggio Emilia)
“…le tesi compilative non permettono l’assegnazione di punti superiori a 2”