sembra proprio assente: come mai? La spiegazione più ovvia è quella economica: le licenze dei programmi costano e l’università “non ha una lira“. E’ un leit motiv che sento da quando ero studente 30 anni fa. E forse le cose peggiorano invece di migliorare: da 3-4 anni, ad esempio, i docenti non dispongono più di esercitatori (ognuno di loro costava 2.000 € all’anno). Già: però continuiamo a spendere soldi per altre voci. Ad esempio rimaniamo abbonati a riviste che costano 2.000 € l’anno anche se ben pochi le leggono.
La spiegazione va cercata allora anche altrove. Una spiegazione è che i costi della didattica sono i primi ad essere tagliati: quest’anno, il ministero ha imposto un drastico taglio della voce “docenti a contratto”.
Un’altra spiegazione della scarsa presenza di software Microsoft ha a che fare con il mito del software gratuito (open source): perchè spendere soldi per Microsoft Office quando c’è Open Office che non costa nulla? Vero. Il problema è che nelle aziende si usa Office Microsoft e non Open Office.
Fino all’anno scorso ho fatto in modo di usare e far usare Microsoft Office ma quest’anno (2007-08) ho deciso di ridurre drasticamente lo spazio riservato a Office. Perché? Semplice: l’uscita sul mercato di Vista ha complicato oltremodo il mio lavoro didattico. Ho in aula studenti che usano Vista o Office per Vista e altri che sono rimasti con Windows XP e Office 2003. Ho fatto bene? Nelle attuali condizioni penso di sì anche se mi sembra di avere abdicato ad un mio imperativo: trasmettere agli studenti saperi e capacità utili per il mondo reale.
Cosa fare in queste situazioni? Fai all’italiana, arrangiandoti senza aspettare che l’istituzione ti faccia trovare Office Vista nei laboratori informatici: puoi scaricare Office 2007 in versione prova. Puoi investire 52 € in una licenza education di Office 2007 Ultimate. Puoi passare a Mac e usare iWork (71 €). Puoi esplorare le alternative gratuite a Microsoft Office: guarda allora la rassegna curata da Pc Mag The Best Office Alternatives.
Ho fatto uno stage tempo fa nella Confcommercio locale e ho sentito le stesse cose: usiamo Open Office per non avere problemi con la Finanza (in compenso nessuno aveva insegnato loro le differenze tra i due programmi), così dopo i problemi li avevano loro e si perdeva tempo a chiedere a colleghi ed amici che erano riusciti a saltarci fuori… Il tempo perso è un costo? credo di sì, viste tutte le politiche aziendali per economizzare più azioni in meno tempo.
L’università potrebbe essere lungimirante e fare un passaggio a Mac (ieri ho visto il “vecchio” TIGER): nonostante il suo precedente sistema operativo abbia già 5 anni è perfettamente al passo con Vista e lo supera come fluidità, scioltezza e grafica.
Il problema però è che i Mac richiedono una forte spesa iniziale: così in facoltà abbiamo un laboratorio con vecchi scassoni che girano con Windows 98 e uno nuovo con dei portatili che utilizzano XP.
Sul mercato esistono anche anche ThinkFree (una specie di Office via Web), Abiword (alternativa a Word), Gnumeric o Google Spreadsheet (alternativa ad Excel), Evolution o anche Thunderbird (alternativa ad Outllok Express).
Avendo fatto una presentazione per De Francesco l’anno scorso sul piano Office vs OpenOffice credo di poter dire che Office ed OpenOffice non sono la stessa cosa; uso Office da quando avevo 15 anni (sono ormai 6 anni) ma il passaggio all’open source non è stato immediato e logico come molti sostengono.
Opzioni spostate, rinominate, icone scomparse… C’è da mettersi le mani nei capelli se non fosse per il fatto che i creatori hanno messo una tabella (molto minimale, comunque) di conversione da Office ad OpenOffice.
Il problema credo che andrebbe spostato sul tema temporale: meglio un open source macchinoso e laborioso o un programma commerciale costoso che però velocizza e automatizza le procedure?
Le versioni economiche esistono: Adobe ha pubblicato Photoshop Elements (non costa 1.000 € come il Photoshop CS2 ma ha tutte le funzioni essenziali) e, rimanendo nella legalità, costa 100 €.
Purtroppo il commerciale non scomparirà mai: un mio amico architetto ha uno studio con 3 portatili e ha pagato 9.000 euro di licenze (3.000 a pc) per poter usare un programma che gli permetta di svolgere adeguatamente il suo lavoro.
Marco