e chi dice che i giovani non sanno più scrivere? Senti qua che poesia (per alcuni):
Nessuno prova pietà per qualche suv sfasciato sul Lungotevere, per una Jaguar che brucia, per i bancomat presi a colpi di sampietrini: sono simboli di un potere odiato oggi più di ieri, rappresentano anch’essi un modello diseguale, ingiusto, basato sul furto ai poveri, tanti, per dare ai ricchi, pochi.
Però, che giornalismo… Da dove arriva? Trovalo tu.
Perbacco, questo tipo è nato nel 1948 e quindi ha la bellezza di 62 anni: forse è per questo che non gli piace il bancomat.
In conclusione, visto che si avvicina l’anno nuovo, prometto di non leggere mai più il tipo di cui sopra. Preferisco nettamente lo stile di Roberto Saviano nella sua Lettera ai ragazzi del movimento:
I ragazzi delle università, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vedere con i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat sia affrontare il capitalismo.
Chel lì l’è matt. Si vede propio che non ha fatto il servizio militare. Se nel bancomat ciapà a sassate c’era dentro la sua mamma o la sua nonna non parlava minga così. E poi si è domandato chi va a pagare il conto di tutta la roba che hanno rotto per strada a Roma? Saranno i poveri cristi come lui. Mi lo manderei a Londra!
Ad una prima lettura ho pensato che l’autore fosse un giovane giornalista… e si tratta di Loris Campetti, classe 1948! http://www.globalproject.info/it/in_movimento/La-solitudine-dei-bravi-ragazzi/6801
Beh, diciamo che l’unica “scusante” potrebbe essere che si tratta sì di un laureato… ma in Chimica!