In Texas, New Mexico e Arizona bastano patente di guida e fedina penale pulita per comprare fucili e pistole in grande quantità. Le stesse armi sono sottoposte a controlli ben più stringenti in Mexico. Risultato: c’è chi compra le armi solo per esportarle illegalmente e venderle ai trafficanti di droga che dal Mexico esportano droga negli Usa. Il mercato è fiorente: nell’area di Houston ci sono 1.500 armerie dove comprare armi di ogni tipo. Adesso nella città messicana di Juarez c’è anche l’esercito per cercare di controllare il traffico di armi e droga. Le foto che vedo in questo articolo → U.S. Stymied as Guns Flow to Mexican Cartels (James C. McKinley, New York Times, 14.04.2009) sono rivelatrici dell’ampiezza del fenomeno. Un sequestro di armi come quello che vedi qui sotto in Italia non l’ho mai visto:

Ti segnalo l’articolo per due motivi:
- è consolante (si fa per dire) per chi come noi italiani ha a che fare con Camorra, Mafia, Ndrangheta, ecc. ecc.
- è esemplare per il testo (ricco di link), i grafici, il video e lo slideshow.
Ho titolato questo post Fare soldi con i fucili perché il traffico di armi non riguarda solo gli stati confinanti con il Mexico. A quanto pare in tutti gli Stati Uniti gli acquisti di fucili sono in forte crescita: la possibilità che il governo introduca norme più restrittive sta spingendo molti americani a comprare armi e munizioni come forma di investimento speculativo e alternativo agli investimenti tradizionali falcidiati dalla crisi (→ Alex Roth & Betsy McKay, Fear and Greed Have Sales of Guns and Ammo Shooting Up, Wall Street Journal, 16.04.2009).