La lotteria Italia degli esami

è il titolo di un articolo pubblicato su Lavoce.info:

La voce.info > Lotteria Italia degli esami > abstract
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I tre autori (Paolo Balduzzi, Andrea Monticini e Matteo Rizzolli) rilevano con dati e precisione l’anomalia italiana degli infiniti esami. L’articolo e i commenti che ha ricevuto sono esemplari della distanza che ci separa da altri paesi. Segnalo anche la risposta che i tre autori hanno dato ai numerosi commenti ricevuti.

Ho classificato questo post con il tag “Esami universitari“: toh, se fai click sul tag esce una gran quantità di post. Guarda bene: in gran parte questi post sono orridi pastrocchi pubblicitari di certi tizi che fanno soldi sugli esami. Se preparano agli esami con la stessa competenza che mostrano nello scrivere c’è da stare attenti.

15 commenti

  1. Allora:

    -“2 tentativi di appello per ogni esame”

    Ridurre gli appelli da 3 a 2 a mio parere è completamente controproducente. Mettiamo che un appello ti vada in barba per motivi da te indipendenti es.: malattia (e nn dite che nn può succedere, che nei 3 anni ce ne sono stati diversi casi), mancata iscrizione su Esse3 per errori del programma di gestione e nn dello studente (svariati anneddoti anche di questo caso), ecc…
    E così ci siam giocati la prima possibilità.
    Poi mettiamo che questo esame sia uno di quelli particolarmente ostici per noi, ad esempio l’unico esame di Economia del triennio, e quindi anche la seconda volta nn vada, ma io cosa devo fare? Aspettare un anno a laurearmi pe 1 esame? Ma nn esiste proprio!!!
    3 appelli sono giusti!

    — “si potrebbe rendere gli extra-appelli finanziariamente costosi per gli studenti magari incrementando le tasse universitarie di una percentuale per ogni esame non superato e ritentato” (è giusto!!! perchè io che supero l’esame al primo colpo non posso essere avvantaggiato rispetto a una persona che lo prova varie volte? bisogna rendere merito a chi tenta e riesce la prima volta…)”

    Ustia come siamo complicati!
    Bah…a me sinceramente sembrano tutti metodi troppo macchinosi che nn avranno altro merito se nn quello di complicare ulteriormente la vita sia a noi studenti che al personale amministrativo che dovrà gestire tutto il calderone.
    Visto che tutti in questri giorni, dalla casalinga all’AD di Alitalia al Capo del Governo, predicano che la parola d’ordine dovrebbe essere SEMPLIFICARE perché ci andiamo a complicare la vita proprio noi…
    Perché invece alla fine di ogni semestre, o ogni anno nn facciamo fare un’autocertificazione on-line a ciascuno studente (così riduciamo il malloppo di lavoro della segreteria e del personale amministrativo che in questi giorni devono essere davvero impeganti…visto che nn c’è verso di ottenere una risposta via mail), che dichiara il numero degli esami dati e la media conseguita. Se i due parametri sono superiori ad un certo limite allora lo studente ha una riduzione sulle tasse…altrimenti ciccia!

    Semplice, chiaro…nn-italiano!

    La filosofia è …”Perché far pagare di più se si può far pagare di meno?!?!”

  2. @ Mac Gyver:

    Prima di tutto non trovo molto simpatico il tuo modo di rispondere (“voi saccenti della disciplina” non mi sembra un’espressione felice per entrare in una discussione tranquilla come questa), ma questa è una mia osservazione personale e la chiudo qui.

    Che io sappia i fuoricorso pagano una retta particolare che non coincide con l’annuale normale, ma è inferiore e permette di sostenere un certo numero di esami e basta. Ma non ne so molto al riguardo, quindi non voglio entrare nel merito. Penso solo sia corretto “sanzionare” chi (senza avere un lavoro che lo impegna, e queste situazioni le posso capire) chi “scalda la sedia”” senza motivi logici.

    Sono d’accordo di mettere 2 tentativi che, se uno studia, secondo me sono sufficienti per passare un esame. Se l’esame è particolarmente tosto, ci vorrà tempo e concentrazione a prepararlo, ma alla fin fine si accetterà un 18 se di più non si può fare. Ci sono esami più difficili di altri, ma credo che alla fine se ci sono problemi di comprensione, come dici tu, sia il docente che deve venire incontro allo studente che ha studiato e magari proporre un altro tipo di esame.

  3. Allora:

    – “si potrebbero aumentare le tasse universitarie per gli anni fuoricorso” (è giusto!! bisogna rendere merito a chi si laurea nei tempi previsti e penalizzare chi spreca più anni all’università senza la giusta motivazione del lavoro!!)

    _ da quanto ne so io, i fuoricorso pagano la retta intera (ovvero non semestrale ma annuale) tutta di un colpo. Dunque, non metterei ulteriormente in difficoltà situazioni di questo tipo.
    Il fuoricorso esiste e ci stà. Punto.
    Saranno datori di lavoro o chi di dovere a “far pagare” questo ritardo.

    Inoltre:

    – “si potrebbe rendere gli extra-appelli finanziariamente costosi per gli studenti magari incrementando le tasse universitarie di una percentuale per ogni esame non superato e ritentato” (è giusto!!! perchè io che supero l’esame al primo colpo non posso essere avvantaggiato rispetto a una persona che lo prova varie volte? bisogna rendere merito a chi tenta e riesce la prima volta…)

    _ ma stiamo scherzando? questi sono tutti buoni propositi per un mondo fittizio che non esisterà mai. Credo che il non riuscire in un esame o più, sia dovuto a diversi problemi, non solo di non voglia come predicate voi, saccenti della disciplina.
    Ho un amico che frequenta ingegneria gestionale dove la maggior parte degli esami sono arabo per me. Per lui no, siccome prende solo dei 30. Ma ha due esami che non supera nemmeno dopo la quinta volta. Sono esami a crocette, dove la comprensione molte volte risulta poco intuitiva e non da spazio a risposte che sarebbero decisamente complesse e lunghe da buttar giù.
    Detto questo, bisogna analizzare ogni caso senza fare di tutta l’erba un fascio e sparare a zero con queste domande.

    Amen

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