Libri scolastici digitali

La legge 6 agosto 2008 n. 133 ( testo), all’articolo 15 (Costo dei libri scolastici) recita (il grassetto è mio):

  1. A partire dall’anno scolastico 2008-2009, nel rispetto della normativa vigente e fatta salva l’autonomia didattica nell’adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado, tenuto conto dell’organizzazione didattica esistente, i competenti organi individuano preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete Internet. Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite Internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.
  2. Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell’istruzione, di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n.59, e per gli istituti di istruzione secondaria superiore
    sono prodotti nelle versioni a stampa, online scaricabile da Internet, e mista. A partire dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da Internet o mista. Sono fatte salve le disposizioni relative all’adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili.
  3. I libri di testo sviluppano i contenuti essenziali delle Indicazioni nazionali dei piani di
    studio e possono essere realizzati in sezioni tematiche, corrispondenti a unità di apprendimento, di costo contenuto e suscettibili di successivi aggiornamenti e integrazioni. Con decreto di natura non regolamentare del ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, sono determinati
    a) le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso;
    b) le caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni online e mista;
  4. Le Università e le Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, nel rispetto della propria autonomia, adottano linee di indirizzo ispirate ai principi di cui ai commi 1, 2 e 3.
    ( testo commentato pubblicato da Il Sole 24 Ore; pagina sulla manovra economica 2009 sul sito del Governo)

Commenti? Beh sentiamo un po’ i vostri. Ah già, per quanto riguarda l’eterno dibattito tra cartacei e digitali ti segnalo il post Stamperesti su carta i numeri del cellulare.

9 commenti

  1. PS – io non sono poi così malvagio.
    Fornisco da anni il materiale dei miei corsi in digitale ai partecipanti, e da quest’anno adotterò l’eccellente testodi statistica – elettronico ed open source – prodotto da Connexions ( http://cnx.org/ ).
    E funziona.
    Però ricordo la massima “Beato chi si aspetta il peggio, perché la sua attesa non sarà delusa”.

  2. OK, faccio il cattivo ;-)
    L’idea è buona sulla carta (ironicamente) ma presenta una valanga di intoppi pratici: il che è un male in un paese in cui di solito le crisi nascono nel passaggio dalla teoria alla pratica.

    Tanto per cominciare, come dice Lary1984, bisogna fornire supporto informatico a tutti – o si crea una discriminazione.
    Questo significa computer a basso costo e accesso web gratuito.
    Si possono istituire aule computer – in molti casi già ci sono.
    Ma avranno gli stessi orari di apertura dementi di certe biblioteche, per cui non si studia nel weekend o di sera dopo cena?

    Detto ciò, resta il solito problema – se è una bella giornata e voglio andare a studiare all’ombra dei castagni su in collina, o mi compero il Kindle (o lettore portatile equipollente) o mi tocca stampare l’e-book.
    Idem se voglio ripassare al volo in tram andando a scuola prima di un compito in classe (pessima pratica, lo so – ma si fa).

    E se vogliamo studiare in gruppo?
    Facciamo una teleconferenza, ci assiepiamo in sei attorno allo stesso terminale….

    Gli e-book saranno annnotabili?

    E poi mi domando – verranno sviluppati degli e-book a ragion veduta?
    O gli editori si limiteranno a riversare in .pdf i loro volumi cartacei?
    Studiare (= leggere approfonditamente e acquisire con profitto informazioni) su un testo impaginato su due colonne in formato verticale può essere una dannazione.

    E gli insegnanti?
    Saranno preparati ad adottare lo strumento, o diranno semplicemente ai ragazzi di stamparsi i file e via?

    Unico lato positivo?
    La vecchia scusa “Non ho potuto studiare perché il cane mi ha mangiato il libro” diventerà la molto più plausibile “Non ho potuto studiare perché mi si è piantato Windows” ;-)

  3. Sono assolutamente d’accordo sul ridurre le dimensioni dei testi scolastici e sul dividerli in unità di apprendimento.

    Ricordo ancora quando ero costretta a trasportare ogni giorno vagonate di libri e gran parte dei capitoli e delle sezioni risultavano essere poco aggiornate o addirittura sorpassate. Credo che l’aggiornamento delle conoscenze sia fondamentale, dunque trovo necessario suddividere materialmente i libri in unità di contenuto continuamente controllate dagli autori. Di certo una cosa simile non può essere fatta con un testo tradizionale: è necessario il passaggio ai testi / e-book online, con parti separatamente scaricabili in base alle scelte del docente (quello che realmente viene insegnato, senza comprare parti inutili) e continuamente sottoposte ad aggiornamento.
    Meno pesanti testi cartacei e la possibilità di comprare solo ciò che serve.

    Questa sfida pone però un problema: l’accessibilità di tutte le famiglie (anche gli immigrati e le famiglie a basso reddito) ai servizi online, alla banda larga e le conoscenze informatiche minime necessarie. E’ necessario dunque creare spazi informatici a disposizione delle famiglie che non possono accedere ad Internet da casa e persone competenti in grado di aiutare e spiegare il meccanismo a queste persone. Una volta che il meccanismo è stato recepito si possono eliminare gran parte di queste figure di sostegno ma credo sia sempre necessario garantire strutture pubbliche per ampliare le possibilità di connessione al Web.

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