Sono a Venezia per visitare la Biennale di arte. Il rettore di Unimore dovrebbe rendere la vista obbligatoria per tutti gli iscritti a SCO: un’esperienza splendida che puoi fare sino a fine novembre. Il messaggio che leggo chiaro in molte delle opere esposte quest’anno è: metti la fantasia al lavoro per realizzare qualcosa che rimanga, senza preoccuparti che sia vendibile. Ci sono creazioni emozionanti: il nigeriano El Anatsui, ad esempio, espone due strepitosi arazzi fatti di migliaia di capsule di alluminio. Ma fantastici sono anche gli armadi di Christine Hill: che testa!
E poi cosa dire dell’installazione di Sophie Calle? Una che riceve una lettera di addio da parte del suo ragazzo e la fa analizzare da 107 donne diverse registrandone 107 diverse interpretazioni? Magnifica! E lo pensavano le decine di persone di ogni tipo che oggi affollavano il padiglione della Francia nei giardini della Biennale.