Fare esami è un lavoro assai poco produttivo

Tutte le volte che faccio esami, sia per i corsi della laurea triennale che per quelli della cosiddetta specialistica o magistrale mi trovo a fare il precettore con studenti (non tutti, beninteso) che in aula non c’erano e se c’erano dormivano. Mi mandano i loro file e mi rendo conto che non hanno capito un accidenti. Così glielo spiego passo passo: sempre le stesse cose dette in aula e ripetute individualmente come si usava nelle famiglie nobili di un tempo che fu. Non gli passa per la mente che la frequenza alle lezioni serve proprio a evitare questa colossale perdita di tempo e di produttività. Sono contenti così: loro si devono laureare ma hanno anche tante altre cose da fare.

Dai loro sguardi traspare spesso incredulità e stupore come se pensassero: “ma che mi sta a dire, a me mi interessa il voto“. Lo so, anche al Ministero interessa che venga ridotto il fenomeno degli abbandoni e che si laurei più gente si può. Quindi, mi faccio forza e do l’ennesimo 18 pro-forma. Esagero? Ma no, leggi qui:

io sinceramente sapevo che dovevo mandare il materiale 10 giorni prima e poi lei dava un giudizio invece da quello che ho capito con l’ultimo e-mail da lei mandato io dovrò sostenere anche l’esame orale, però essendo che mi mancano 2 esami per la laurea, gentilmente anche se lei valuta il mio materiale con un 18 a me mi va bene.

E lo scatto d’orgoglio di cui parlava il presidente Ciampi? E il declino in cui siamo avvitati? Boh!

C’è qualcosa da fare? Il sillablog può essere una soluzione, altra possibilità è replicare il modello Reggio Children anche all’università: ma su questo punto ci torno fra qualche giorno dopo gli esami…

12 commenti

  1. Non posso che concordare con quanto sopra detto dalla Robby.
    E’ vero all’università non si boccia nessuno, ma rimandare si può e perchè lo si rimanda? Vari motivi: poca preparazione, lavoro svolto male e chi ne ha più ne metta. E’ vero con un 18 se lo toglie dai piedi, però non è giusto per il lavoro che lei svolge e per chi, come alcuni di noi studenti, si impegna per realizzare un lavoro ben fatto e che possa a lei e ad altri piacere.
    Purtroppo spesso e volentieri riescono ad andare avanti o a passare persone che non si impegnano, che copiano da altri, che non seguono le lezioni per svogliatezza e poi pretendono gli appunti migliori. Oppure passa chi attua una serie di “lecchinaggio”…ma non mi dilungo,si sa come vanno queste cose.
    Però è bene tagliare le gambe ogni tanto a queste persone…anche loro devono imparare ad impegnarsi, non se la possono sempre cavare.
    Magari la materia non è semplice, ma chi è disposto ad aiutare lo si trova (ma non per copiare)…occorre impegnarsi e un po’ di buona volontà. Ah dimenticavo: ci vuole pure un minimo di autostima!!!!

  2. Bah, Prof. capisco il suo ragionamento, ma come dice Mattia far passare un esame a questo studente sarebbe un offesa sia per il suo lavoro, che per gli studenti che hanno fatto del loro meglio per “passare” il suo esame!
    Se nn si da qualche “mazzata” a personaggi come questo un giorno noi studenti volenterosi ce li troveremo sul posto di lavoro a leccare i piedi al capufficio o caporedazione di turno…e nn è piacevole!
    Capisco anche che bocciando questo studente magari si ripresenterebbe a settembre con un e-book fatto dall’amico-grafico o “rubato” chissà dove…come è già successo.
    Morale della favola: chi ha orecchie per intendere…intenda!

  3. Mah, bocciare è un verbo che non esiste all’università: alla peggio si tratta di “far tornare” qualcuno. In questi casi mi domando se sia più produttivo sprecare del tempo con chi “fa finta” o dedicare quel tempo a chi è interessato. E’ sempre una bella scommessa…

Lascia un commento