Fare esami è un lavoro assai poco produttivo

Tutte le volte che faccio esami, sia per i corsi della laurea triennale che per quelli della cosiddetta specialistica o magistrale mi trovo a fare il precettore con studenti (non tutti, beninteso) che in aula non c’erano e se c’erano dormivano. Mi mandano i loro file e mi rendo conto che non hanno capito un accidenti. Così glielo spiego passo passo: sempre le stesse cose dette in aula e ripetute individualmente come si usava nelle famiglie nobili di un tempo che fu. Non gli passa per la mente che la frequenza alle lezioni serve proprio a evitare questa colossale perdita di tempo e di produttività. Sono contenti così: loro si devono laureare ma hanno anche tante altre cose da fare.

Dai loro sguardi traspare spesso incredulità e stupore come se pensassero: “ma che mi sta a dire, a me mi interessa il voto“. Lo so, anche al Ministero interessa che venga ridotto il fenomeno degli abbandoni e che si laurei più gente si può. Quindi, mi faccio forza e do l’ennesimo 18 pro-forma. Esagero? Ma no, leggi qui:

io sinceramente sapevo che dovevo mandare il materiale 10 giorni prima e poi lei dava un giudizio invece da quello che ho capito con l’ultimo e-mail da lei mandato io dovrò sostenere anche l’esame orale, però essendo che mi mancano 2 esami per la laurea, gentilmente anche se lei valuta il mio materiale con un 18 a me mi va bene.

E lo scatto d’orgoglio di cui parlava il presidente Ciampi? E il declino in cui siamo avvitati? Boh!

C’è qualcosa da fare? Il sillablog può essere una soluzione, altra possibilità è replicare il modello Reggio Children anche all’università: ma su questo punto ci torno fra qualche giorno dopo gli esami…

12 commenti

  1. Tralasciando anche le parole da “poeta” di Marco Sb e la pubblicità gratuita al suo blog, io credo che il fenomeno abbia una portata decisamente maggiore!
    Oggi giorno sono sempre di più le persone che elemosinano qualcosa.
    Purtroppo tutto il sistema italiano funziona tramite l’elemosina, partendo dalle più piccole organizzazioni, passando dalle Università e finendo alle teste pensanti che ci governano…
    Lo so Cordef, fa schifo da professore vedere vani i propri sforzi e sentire studenti che se ne fregano di tutto e di tutti, ma aimè, è il trend del momento.
    Massima resa con il minimo sforzo.
    Io una cura non ce l’ho per ognuno di questi elementi da brodo.
    Bisogna essere responsabili e avere un minimo di decenza!!

  2. Bah…tralasciando gli errori di sintassi e grammatica mi chiedo: ma dove è finito l’orgoglio? Ma dove è finita l’autostima?
    Consiglio a questo studente di andare ad aggiungersi a quei ragazzi che bazzicano dalle parti della stazione dei treni, li avete visti tutti, quelli che ti guardano, si avvicinano e ti chiedono “Scusa c’hai n’euro?”
    Visto che nn ha vergogna di elemosinare un voto nn penso che abbia remore di altro tipo!

  3. Posso capire i problemi di un lavoratore o di una persona che per gravi ragioni non può frequentare, ma una mail di tal genere (piena di errori di grammatica e scritta in un modo veramente da far rizzare i capelli…) mi inquieterebbe non poco. Sembra proprio una preghiera, un voto chiesto in ginocchio… quale sensazione di miseria per il docente ma, soprattutto, quale soddisfazione per uno studente??? sentirsi dare un voto prodotto dalla disperazione e non dai frutti del proprio lavoro…

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